Page 2338 - Shakespeare - Vol. 2
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CAIO

          Tu essere Rugby mio giovanotto ed essere Rugby fessacchiotto. Dài, piglia
          mio spadone e segui miei tacchi adessadesso alla corte.



              RUGBY
          L’è apparecchiato, messere, è qui nel portico.



              CAIO
          Io tardo troppo, affé. Malnaggia, que ai je oublié? Vi essere alcuno semplice

          lattovaro nell’armadio ch’io non voglio per tutto il mondo lasciarlo dietro.


              MONNA SPICCIA

          Ah misericordia, ora ci trova il garzone e dà di matto!



              CAIO
          O  diable,  diable!  Che  è  nell’armadio  mio?  Infamia, larron!  [Tira  fuori  il
          Semplice.] Rugby, il mio spadone!



              MONNA SPICCIA
          Padrone mio, state cheto.



              CAIO
          Perché dover stare a-cheto?



              MONNA SPICCIA
          Il garzone è uomo per bene.



              CAIO
          E che farci in mio armadio l’uomo per bene? Non c’è uomo per bene chi viene

          in mio armadio.



              MONNA SPICCIA
          Io  vi  scongiuro  non  siate  così  flemmatico!  Eccovi  la  verità:  lui  veniva  a
          parlarmi da parte del parroco don Ughetto.



              CAIO
          Bien?
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