Page 2333 - Shakespeare - Vol. 2
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NYM
L’umore cresce: benone! Umorizzatemi gli angioli.
FALSTAFF
Eccola qua, la lettera che le ho scritta: ed eccone un’altra per la moglie di
Page, che pure lei mi faceva l’occhietto or non è molto, e mi scrutava le parti
con espertissime scandagliate: a tratti il faro dell’occhio mi bagnava d’oro il
mio piede, a tratti la mia ventraia regale.
PISTOL
E allora il Sol brillò sul letamaio.
NYM
Ottimo umore! Grazie.
FALSTAFF
Dico, mi perlustrava le prominenze con sì rapace arrapamento, che l’ardore
del raggio suo parevami sbruciacchiare come uno specchio ustorio! Eccola
qua l’altra lettera per lei. Anche costei tiene la cassa, anche costei l’è terra di
Guiana, tutt’oro ed opulenza. Io ci farò da ministro del tesoro ad entrambe,
ed esse saranno i mia due dicasteri: saranno le Indie d’Oriente e di
Tramontana, ed io farò commercio con ambedue. Tu vai a portar questa
lettera a monna Page; e tu quest’altra a madonna Ford. Ragazzi miei qua ci
rimpannucciamo, ci rimpannucceremo.
PISTOL
Ed io dovrei Ser Pandaro troiano
divenir, mentre pende al fianco mio
l’acciaro? No, Lucifero
vi mangi tutti!
NYM
E pure io non ho minga voglia di farmi galoppino di st’umori osceni. Qua,
ripigliati la tua epistola umorosa, ch’io serberò i costumi dell’onore.
FALSTAFF
[A Robin]