Page 2324 - Shakespeare - Vol. 2
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FALSTAFF

          Sull’onor mio, monna Ford, vi vedo con grande giubilo: col vostro permesso,
          madonna.
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          Moglie, fa’ buona festa a questi signori. Venite, ché abbiamo per desinare,

          caldo caldo, un bel pasticcio di lepre. Venite, sù, miei signori, io spero che i
          dissapori li affogheremo nel bicchiere.
                                                                             Escono tutti tranne Slender.



              SLENDER
          O  porca  miseria,  darei  sti  quaranta  scellini  per  aver  qui  i  miei  Canti  e
          Sonetti.   16



                                                   [Entra il Semplice.]



          O Pierino, ma dove domine t’eri imboscato? Devo far da creato a me stesso
          ora? Non hai mica portato con te il mio libro d’Indovinelli?



              SEMPLICE
          Indovinelli?  Ma  non  li  avete  imprestati  all’Alice  Biscotta  all’ultima  festa
          d’Ognissanti, due settimane prima del Sammichele?


                                              [Entrano Shallow e Evans.]



              SHALLOW
          Sveglia, nipote! Sveglia, nipote! Non aspettiamo che te. Una parola, nipote.

          Per la Madosca, sentimi qua, nipote; c’è, diciamo, un progetto, oh, una sorta
          di proposta che qui don Ughetto ha buttato lì alla lontana. Tu mi capisci?



              SLENDER
          Messersì, voi mi troverete ragionevole. Se la cosa è così, io farò ciò che vuol
          ragione.



              SHALLOW

          Adagio, prova a capirmi.
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