Page 2055 - Shakespeare - Vol. 2
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e allora, certo, gli forniamo una punta
con cui può a piacimento procurare danni.
L’abuso della grandezza si ha quando essa disgiunge
la pietà dal potere; e, a dir la verità di Cesare,
non l’ho mai visto governato dalle passioni
più che dalla ragione. Ma è esperienza comune
che l’umiltà è la scala dell’ambizione in boccio,
alla quale chi sale rivolge la faccia;
ma una volta che ha raggiunto l’ultimo gradino,
allora volta le spalle alla scala,
guarda alle nuvole, disprezzando i bassi gradini
per i quali era asceso. Così potrebbe Cesare;
allora, 60 perché non possa, preveniamolo. E poiché
l’accusa non trova appigli in quel che egli è ora,
mettiamola così: che quel che è ora, crescendo,
arriverebbe a questi e questi altri estremi;
e perciò pensiamolo come uovo di serpente,
che, covato, diverrebbe malefico, 61 come da sua natura,
e uccidiamolo nel guscio.
Entra Lucio.
LUCIO
Ho acceso la candela nel vostro studio, signore.
Cercando alla finestra una pietra focaia, ho trovato
questo foglio, sigillato così; e sono sicuro
che non era lì quando sono andato a letto.
Gli dà una lettera.
BRUTO
Ritorna a letto, non è ancora giorno.
Non sono domani, ragazzo, le Idi di marzo?
LUCIO
Non lo so, signore.
BRUTO
Guarda nel calendario e fammelo sapere.