Page 2051 - Shakespeare - Vol. 2
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Pover’uomo, so che non vorrebbe essere lupo,
               senonché vede che i romani sono pecore.
               Non sarebbe leone, se i romani non fossero cervi.
               Coloro che in fretta vogliono fare un grande fuoco

               cominciano con fili di paglia. Che sterpaglia è Roma,
               che stoppia, che spazzatura, se serve
               da materia vile per illuminare
               cosa   52  indegna quale è Cesare! Ma, oh affanno,

               dove m’hai condotto? Io forse dico questo
               a uno schiavo contento di esserlo; in tal caso,
               so che dovrò risponderne. Ma sono temprato,
               e i pericoli mi sono indifferenti.



              CASCA
               Tu parli a Casca, a un uomo che non è

               un irridente delatore. Ecco qua la mano.              53
               Forma una fazione per rimediare a questi torti,
               e io spingerò questo mio piede fino al punto che toccherà

               chi più in là si sarà spinto.


              CASSIO

                               Il patto è fatto.
               Ora sappi, Casca, che ho già convinto alcuni
               dei più nobili romani a intraprendere con me
               un’impresa di natura onorevole e pericolosa;

               e so che in questo momento             54   mi aspettano
               nel portico di Pompeo,         55  perché ora, in questa
               paurosa notte, non c’è movimento per le strade,
               e l’umore del cielo ha lo stesso aspetto

               dell’opera che abbiamo per mano,
               assai sanguinario, infuocato, e terribilissimo.


                                                        Entra Cinna.



              CASCA
               Sta’ da parte un momento, arriva uno di corsa.



              CASSIO
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