Page 975 - Shakespeare - Vol. 1
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CUST ODE

     Non mi stupisce, signore, che vi abbia atterrito;
     mi pare d’aver paura soltanto a sentirvelo raccontare.

     CLARENCE

     Ah, custode, custode, ho commesso azioni
     che ora rendono testimonianza contro la mia anima,
     per amore di Edoardo: e guarda come mi ricompensa.
     O Dio, se le mie preghiere dal profondo non possono placarti,
     ma Tu vuoi vendicarti dei miei misfatti,
     sfoga su me soltanto tutta la tua ira;
     oh, risparmia la mia moglie innocente e i miei poveri bambini.
     Custode, ti prego, siedi un po’ accanto a me:
     il mio animo è oppresso, e dormirei volentieri.

     CUST ODE

     Son qui, mio signore; Dio conceda buon riposo a vostra Grazia.

                      Entra Brakenbury, Luogotenente della Torre.

     BRAKENBURY

     Il dolore sovverte i periodi e le ore di riposo,
     fa della notte mattina e del meriggio notte.
     I principi non hanno da gloriarsi che dei loro titoli,
     un onore esteriore per un rovello interno;
     e in cambio di piaceri immaginari, che non provano,
     spesso provano un mondo di affanni incessanti.
     Sicché, tra i loro titoli ed un’umile condizione
     l’unica differenza è la fama esteriore.

                                       Entrano i due Sicari.

     I SICARIO

Ohé, chi c’è qui?

     BRAKENBURY

Che vuoi, giovanotto? E come sei entrato qui?

     II SICARIO

Vorrei parlare con Clarence e sono entrato con le mie gambe.
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