Page 964 - Shakespeare - Vol. 1
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o che quello d’Edoardo fosse, come il mio, tenero e pietoso.
     Son troppo puerilmente ingenuo per questo mondo.

     MARGHERIT A

[A parte]
     Sbrigati, dunque, ad andare all’inferno, vergogna, e lascia questo
          mondo,
     demonio infame! È lì il tuo regno...

     RIVERS

     Monsignore di Gloucester, in quei giorni di confusione
     che qui voi rievocate per accusarci di inimicizia,
     noi seguimmo il nostro signore di allora, il re nostro sovrano:
     faremmo lo stesso con voi, se foste il nostro re.

     RICCARDO

     Se fossi re? Preferirei essere uno straccivendolo!
     Sia lontano dal mio cuore un pensiero del genere!

     ELISABET T A

     Tanta poca gioia, monsignore, quale supponete
     che godreste se foste re di questo paese,
     potete supporre ch’io goda, nell’esserne regina.

     MARGHERIT A

[A parte]
     È vero, poca è la gioia che ne gode la regina:
     infatti sono io costei, e non ne conosco ombra.
     Non posso più restarmene paziente!

[Facendosi avanti]
     Ascoltatemi, briganti rissosi,
     che litigate spartendovi quel che m’avete rubato:
     chi di voi non trema a guardarmi?
     Se non v’inchinate come sudditi davanti a me, vostra regina,
     tuttavia, in quanto da voi deposta, tremate di paura, come ribelli.
     Ah, furfante, di nobile stirpe, non ti voltare da un’altra parte.

     RICCARDO

     Immonda strega grinzosa, che cosa fai davanti a me?
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