Page 960 - Shakespeare - Vol. 1
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Magari tutto andasse bene - ma non sarà mai così;
ho paura che la nostra felicità sia giunta al termine.
Entra Riccardo [e Hastings].
RICCARDO
Mi fanno torto, e non intendo sopportarlo!
Chi è che si lagna col re
che io, guarda un po’, sono scontroso e non li amo?
Per San Paolo, amano certo ben poco sua Grazia
coloro che gli riempiono le orecchie di queste chiacchiere rissose.
Perché non so adulare ed ostentare una cera amabile,
sorridere in faccia alla gente, lisciare, ingannare e imbrogliare,
inchinarmi alla francese con scimmiesca smorfiosità, per questo
devo esser considerato un nemico rancoroso.
Non può vivere un galantuomo e non pensar male di nessuno,
senza che la sua schietta sincerità debba esser insultata
da villani sopraffini, astuti e striscianti?
GREY
A chi dei presenti si rivolge vostra Grazia?
RICCARDO
A te, che non hai né onestà né grazia.
Quand’è che ti ho fatto del male? Quando ti ho fatto torto?
O a te? o a te? o a uno qualsiasi della vostra cricca?
Che vi prenda un malanno a tutti! Sua Grazia reale
(che Dio preservi meglio di quanto voi desiderereste)
può a mala pena tirar un po’ di fiato in pace,
senza che voi dobbiate disturbarlo con insulse lamentele.
ELISABET T A
Cognato di Gloucester, avete frainteso la faccenda;
il re, di sua regale iniziativa,
e non provocato da alcun altro postulante,
sospettando probabilmente il vostro odio occulto,
che si manifesta nel vostro comportamento esterno
contro i miei figli, i miei fratelli e me stessa,
ha deciso di convocarci, per conoscere i motivi
del vostro malvolere e, pertanto, rimuoverli.