Page 953 - Shakespeare - Vol. 1
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Eccomi qui. Anne gli sputa in faccia.
Perché mi sputi addosso?
ANNE
Magari fosse veleno mortale per te.
RICCARDO
Mai veleno scaturì da fonte così dolce.
ANNE
Mai veleno rimase appreso a rospo più immondo.
Lévamiti davanti! La tua vista infetta i miei occhi.
RICCARDO
Sono i tuoi occhi, dolce signora, ad avere infettato i miei.
ANNE
Fossero essi basilischi, sì da colpirti a morte.
RICCARDO
Vorrei lo fossero davvero per poter morire sul colpo;
giacché invece essi m’uccidono d’una morte che mi lascia in vita.
Quegli occhi tuoi hanno tratto dai miei lacrime amare,
offuscandone lo sguardo con un diluvio di puerili gocce di pianto;
questi occhi che non versarono mai lacrime di rimorso,
neppure quando mio padre York ed Edoardo piansero
nell’udire dei pietosi lamenti di Rutland, quando
Clifford dal volto truce brandì su di lui la spada;
né quando tuo padre guerriero raccontò, piangendo come un bambino,
la triste storia della morte di mio padre,
e venti volte s’interruppe fra i singhiozzi,
sicché tutti i presenti avevano le guance bagnate
come alberi intrisi di pioggia. In quel triste momento
i miei occhi virili sdegnarono di versare una lacrima di debolezza;
e ciò che questi lutti non hanno saputo spremerne,
l’ha fatto la tua bellezza, accecandoli di lacrime.
Non ho mai implorato amico o nemico,
la mia lingua non ha saputo mai imparare parole carezzevoli d’amore;
ma ora che m’arride come premio la tua bellezza,