Page 946 - Shakespeare - Vol. 1
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Clarence respira ancora, Edoardo è vivo e regna;
    quando saranno partiti, allora potrò fare il conto delle mie vincite.

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                                   Scena II EN

     Entra il feretro di Enrico VI scortato da Alabardieri. Lady Anne in lutto
[accompagnata da Tressel, Berkeley e altri Gentiluomini] segue la spoglia.

    ANNE

    Posate, posate il vostro onorato fardello
    (se l’onore può esser avvolto nel sudario d’un feretro)
    mentre per qualche tempo io lamento, secondo il rito,
    l’acerba morte del virtuoso Lancaster.
    Povera gelida immagine d’un santo sovrano,
    pallide ceneri della casa di Lancaster,
    resti esangui di quel sangue reale,
    sia lecito ch’io invochi il tuo spirito
    ad ascoltare le lamentazioni della misera Anne,
    moglie del tuo Edward, il tuo figlio trucidato
    dal pugnale della stessa mano che ti ha inferto queste ferite.
    Ecco, in queste finestre che hanno lasciato fuggire la vita tua,
    io verso il balsamo impotente dei miei poveri occhi.
    Oh, sia maledetta la mano che ha aperto questi squarci,
    maledetto il cuore che ebbe il cuore di farlo;
    maledetto il sangue che fece sgorgar questo sangue.
    All’abominevole scellerato che, con la tua morte, ci infligge questo

         strazio,
    tocchi sorte più crudele di quella che io possa augurare a vipere, ragni,

         rospi,
    o a qualsiasi essere velenoso esistente e strisciante sulla terra.
    Se avrà mai figlio, che sia un aborto,
    mostruoso e prematuramente portato alla luce,
    sì che col suo aspetto ripugnante e contro natura
    atterrisca la madre speranzosa,
    ed egli sia erede della infamia di lui.
    Se avrà mai moglie, ch’ella sia resa
    più infelice dalla sua morte
    di quel che lo sia io per quella del mio giovane sposo e per la tua.
    Avviatevi ora verso Chertsey 26 col vostro santo carico,
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