Page 722 - Shakespeare - Vol. 1
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per forgiare le mie gambe di dimensioni disuguali;
per rendermi sproporzionato in ogni parte,
simile a un grumo 37 o a un cucciolo d’orso
che, non leccato, non porta su di sé l’impronta dell’orsatta. 38
Sono dunque un uomo che può essere amato?
Colpa mostruosa nutrire un tale pensiero!
Dunque, poiché questa terra non mi offre altro piacere,
se non di comandare, rimbrottare, soggiogare
chi d’aspetto è più bello di me,
il mio paradiso sarà di sognare la corona e, da vivo,
di considerare questo mondo come un inferno,
finché la testa piantata su questo mio tronco deforme
non sia circondata da una corona gloriosa.
E tuttavia non so come ottenere la corona,
poiché molte vite stanno tra di me e la meta:
e io, come uno perduto in un bosco irto di spine,
che lacera le spine ed è lacerato dalle spine,
cercando un sentiero e deviando dal sentiero,
non sapendo come trovare l’aria aperta,
ma sforzandomi disperatamente di scoprirla,
mi tormento per catturare la corona d’Inghilterra;
da quel tormento riuscirò a liberarmi,
o mi spalancherò la strada con una scure insanguinata.
Ebbene, posso sorridere, e assassinare sorridendo,
e gridare, “Che gioia!”, a ciò che mi stringe il cuore,
e bagnare le guance di lacrime finte,
e aggiustare il volto per ogni circostanza.
Annegherò più marinai della sirena;
ucciderò più osservatori del basilisco; 39
reciterò bene l’oratore come Nestore, 40
ingannerò più astutamente di quanto riuscì a Ulisse,
e, come Sinone, prenderò un’altra Troia. 41
Posso aggiungere sfumature al camaleonte,
mutar forma con Proteo per il mio tornaconto,
e rimandare a scuola l’omicida Machiavelli. 42
Posso far questo e non avere la corona in mano?
Via! Fosse più distante, la coglierei dal ramo!

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Scena III EN
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