Page 697 - Shakespeare - Vol. 1
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EDOARDO

 La fuga è inutile, ci inseguono al volo;
 siamo deboli e non possiamo evitare la caccia.

                                Entra Riccardo [di corsa].

RICCARDO

 Ah, Warwick, perché ti sei ritirato?
 La terra assetata ha bevuto il sangue di tuo fratello, 26
 versato dalla punta d’acciaio della lancia di Clifford;
 ed egli, negli spasimi estremi della morte, gridò,
 simile a un sinistro clangore udito da lontano,
 “Warwick, vendetta! Fratello, vendica la mia morte!”.
 Così, sotto il ventre dei destrieri che macchiavano
 i ciuffi del garretto con il suo sangue fumante,
 il nobile gentiluomo rese la sua anima.

WARWICK

 Allora che la terra si imbeva del nostro sangue:
 ucciderò il mio cavallo così da non fuggire.
 Perché ce ne stiamo qui, come donne tenere di cuore,
 gemendo sulle nostre perdite, mentre il nemico infuria,
 e guardiamo la scena, come se la tragedia
 fosse recitata per scherzo dalla simulazione degli attori?
 Qui in ginocchio faccio voto a Dio sopra di noi
 che mai indugerò, mai rimarrò fermo,
 finché la morte non abbia chiuso questi miei occhi
 o la sorte non mi abbia dato una vendetta adeguata.

EDOARDO

 O Warwick, piego il mio ginocchio assieme al tuo
 e con questo voto incateno la mia anima alla tua;
 e prima che il ginocchio lasci il freddo viso della terra,
 innalzo mani, occhi, cuore a Te,
 a Te che sollevi e abbatti i re,
 scongiurandoTi, se nella Tua volontà è iscritto
 che questo corpo debba essere preda dei nemici,
 di aprire le porte inossidabili del Paradiso
 e di concedere dolce accesso all’anima mia peccatrice.
 Ora, signori, congediamoci finché non ci ritroveremo
 ovunque sia, in cielo o sulla terra.
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