Page 687 - Shakespeare - Vol. 1
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RICCARDO

 La partita fu persa quando il valoroso Warwick fuggì.
 Ho udito spesso le sue lodi quando inseguiva,
 mai fino ad ora l’ignominia della sua ritirata.

WARWICK

 Neppure ora, Riccardo, odi una cosa ignominiosa;
 tu saprai che questa mia forte mano destra
 può cogliere il diadema dalla testa del debole Enrico,
 e strappargli lo scettro terrificante dal pugno,
 pure se fosse celebre e audace in guerra,
 com’è rinomato per la mitezza, la pace e la preghiera.

RICCARDO

 Lo so bene, Lord Warwick; non biasimarmi:
 l’amore che porto alle tue imprese gloriose mi fa parlare.
 Ma cosa dobbiamo fare in tempi così calamitosi?
 Dobbiamo gettare via le nostre corazze d’acciaio
 e avvolgere il corpo in nere toghe da lutto,
 contando le avemaria sui grani del rosario?
 O dobbiamo recitare le nostre devozioni sull’elmo
 dei nemici con le armi vendicative? Se quest’ultima
 è la scelta, di’ “sì”, e diamoci dentro, signori.

WARWICK

 Ebbene, perciò Warwick è venuto a cercarvi,
 e perciò è in arrivo mio fratello Montague.
 Ascoltate, signori: la sfrontata regina oltraggiosa,
 assieme a Clifford e all’altezzoso Northumberland,
 e a molti altri superbi uccelli della stessa covata,
 ha plasmato come cera il malleabile sovrano.
 Egli giurò il suo consenso alla vostra successione,
 e il suo voto è registrato in parlamento;
 ora l’intera ciurmaglia se n’è andata a Londra
 per vanificare il giuramento e tutto ciò
 che può ostacolare la casata Lancaster.
 Le loro forze credo che consistano in trentamila uomini:
 ora, se l’aiuto di Norfolk e il mio, assieme
 a tutti gli amici che tu, valoroso Conte di March,
 puoi procurare tra i devoti Gallesi,
 ammonterà a non più di venticinquemila uomini,
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