Page 675 - Shakespeare - Vol. 1
P. 675

CLIFFORD

 Plantageneto, arrivo, Plantageneto!
 E questo sangue di tuo figlio appiccicato alla mia lama
 arrugginirà sulla spada finché il tuo sangue,
 coagulato con esso, mi indurrà a ripulirla
 del sangue di tutti e due.

                                                         Esce [con il corpo di Rutland].

                                Scena IV EN

                  Suona l’allarme. Entra Riccardo, Duca di York.

Y ORK

 L’esercito della regina ha prevalso sul campo,
 tutti e due i miei zii sono caduti in mio soccorso,
 e tutti i miei seguaci fuggono e volgono le spalle
 al nemico accanito, come navi davanti al vento,
 o agnelli incalzati da lupi rabidi di fame.
 I miei figli, Dio sa cosa è capitato loro:
 ma questo so, essi si sono comportati
 da uomini destinati alla fama in vita o in morte.
 Tre volte Riccardo mi aprì un varco, tre volte gridò:
 “Coraggio, padre, esci dalla mischia!”,
 altrettante volte Edoardo mi si pose a fianco
 con la scimitarra purpurea, dipinta fino all’elsa
 del sangue di coloro che gli si erano fatti incontro;
 e quando i guerrieri più esperti indietreggiarono,
 Riccardo gridò, “Caricate, e non cedete una zolla!”,
 e Ned gridò, “Una corona, oppure una morte gloriosa!
 Uno scettro, o un sepolcro nella terra!”.
 Allora, caricammo ancora. Ma, ahimè, ahinoi,
 cedemmo ancora. Così ho visto una femmina di cigno
 nuotare con inutile sforzo contro la corrente
 e logorare le sue forze contro le onde prorompenti.

                                     Suona brevemente l’allarme dietro le quinte.
 Ah, udite! Gli inseguitori spietati incalzano,
 e io sono debole, non posso sfuggire alla loro furia;
 se fossi forte, non mi sottrarrei alla loro furia.
 Sono contati i granelli di sabbia che formano la mia vita;
 devo rimanere qui e qui deve finire la mia vita.
   670   671   672   673   674   675   676   677   678   679   680