Page 679 - Shakespeare - Vol. 1
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Y ORK

 Lupa di Francia, ma peggio ancora dei lupi di Francia,
 la cui lingua avvelena più del dente della vipera,
 come male si addice al tuo sesso
 esultare come una donnaccia amazzonica, 16
 per le disgrazie di coloro che la sorte punisce!
 Se il tuo viso non fosse una maschera, immutabile,
 reso oltraggioso dall’abuso delle azioni malvage,
 mi adopererei, altezzosa regina, a farti arrossire. Ricordarti
 donde sei venuta, da chi nata, sarebbe vergogna sufficiente
 a farti vergognare, se tu non fossi una svergognata.
 Tuo padre porta il titolo di Re di Napoli,
 delle due Sicilie e di Gerusalemme,
 e tuttavia non è più benestante d’un agricoltore inglese. 17
 È stato quel povero monarca a insegnarti a insultare?
 Non occorre né serve, altezzosa regina,
 se non per provare il proverbio secondo cui in sella
 lo straccione sfianca il cavallo fino a farlo crepare.
 È la bellezza che spesso rende altezzose le donne:
 ma Dio sa quanta poca tu ne abbia.
 È la virtù che le fa apparire divine:
 la sua assenza ti rende abominevole.
 Sei l’opposto di ogni cosa buona,
 come lo sono gli Antipodi, rispetto a noi,
 o il Sud rispetto al Settentrione.
 Cuore di tigre avvolto in una pelle di donna,
 come hai potuto prosciugare il sangue vitale del fanciullo
 per indurre il padre ad asciugarsi gli occhi con esso,
 e tuttavia mostrarti ancora col viso di una donna?
 Le donne sono tenere, dolci, pietose e malleabili:
 tu sei severa, dura come pietra, ruvida, priva di rimorsi.
 Mi inciti alla rabbia? Ebbene il tuo desiderio è esaudito.
 Vuoi che pianga? Ebbene, sia fatta la tua volontà,
 perché il vento rabbioso scatena bufere incessanti
 e, quando la rabbia si placa, comincia la pioggia.
 Queste lacrime sono le esequie del mio dolce Rutland
 e ogni goccia grida vendetta per la sua morte
 contro di te, funesto Clifford, e te, falsa Francese.

NORT HUMBERLAND

 Perdonatemi, ma la sua angoscia mi commuove tanto
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