Page 636 - Shakespeare - Vol. 1
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divoratrice di figli. Nella inevitabile sconfitta essi ritrovano il senso di
appartenenza a quella comunità che hanno contribuito ad annientare. Così
il ferocissimo Clifford pensa non a se stesso, mentre scivola nell’oblio, ma
si rammarica per il suo sovrano, che rimane privo di un braccio valoroso.
York si dispera per l’assassinio del figlio adolescente, più che per la perdita
della corona e della vita. Il superbo Warwick si rende conto, in punto di
morte, della vanità dei beni terreni e di ogni pompa mondana, e invoca
affettuosamente il conforto del fratello Montague, già caduto in battaglia.
Forse non arriveranno fino alla Gerusalemme celeste, come auspica
Margherita salutando gli alleati sconfitti, ma almeno si sbarazzano
metaforicamente della corazza sporca di sangue per presentarsi nudi - in
una interminabile catena - davanti al Giudice Supremo.
Se nessun aspirante sovrano riesce a controllare il potere in modo stabile,
anche l’universo delle regine precipita in una crisi irreversibile. Nella
dimensione storica (medievale, ma anche elisabettiana), in cui i diritti
dinastici e di proprietà si basano sulla legittimità della nascita, le donne-
madri sono figure cruciali. Qui esse procreano bastardi (di questo viene
esplicitamente accusata Margherita, la puttana amazzonica) oppure mostri
disumani (la duchessa di York). Significativamente, le “straniere”, le donne
francesi hanno un forte rilievo, non solo attraverso il personaggio di
Margherita, ma anche grazie a Lady Bona, la promessa sposa di Edoardo
IV. Appena abbozzata nel corso di una scena (III, iii), Bona passa
dall’entusiasmo di chi si sente già regina d’Inghilterra - né le importa di
trovarsi di fronte Margherita, un’altra francese ormai scoronata - alla
rabbia di una Furia mitologica, che ha scoperto di essere stata
abbandonata. La sua rivale inglese, Lady Grey, poi Regina Elizabeth,
assurge al soglio supremo, causando a sua volta dissensi e tensioni, ma,
nella terza parte dell’Enrico VI, è soprattutto la donna-madre, il cui compito
è quello di proteggere e allevare la creatura che dovrà ereditare lo scettro.
Ella è quindi ricondotta, nelle dinamiche del gender che percorrono la
trilogia, a una funzione rassicurante e del tutto convenzionale, costituendo
la prova definitiva che lo spirito sovversivo delle donne potenti e
trasgressive sta per essere domato dal ricostituito ordine patriarcale.
(L’erede al trono ha pochi mesi, come Enrico VI all’inizio della trilogia. A
conferma del livello ironico su cui il play sposta e rimonta i materiali storici,
egli avrà un destino ancora peggiore del figlio e del nipote del grande
Enrico V, con il cui funerale si era aperta la trilogia. In quanto a Lady Grey,
incoronata regina al posto di Margherita, dovrà sopravvivere alla morte
della sua prole, esattamente come Margherita.)
La confusione prodotta dalla lotta intestina ha rovesciato i ruoli sessuali,
consentendo alla «tigre dell’Ircania», alla «lupa di Francia», di assumere in
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