Page 631 - Shakespeare - Vol. 1
P. 631

PREFAZIONE

Nella seconda parte dell’Enrico VI le diatribe tra i nobili avevano cominciato
a produrre i primi frutti avvelenati: la morte violenta del saggio Duca di
Gloucester (lo zio del re, la figura paterna che aveva cercato di pilotare la
rotta dello stato a difesa del debole sovrano) è seguita da quella dei suoi
nemici, Winchester e Suffolk, mentre Riccardo di York, appoggiato dal
potente kingmaker Warwick, esce finalmente allo scoperto, reclamando la
corona per sé e per i figli. Tuttavia Shakespeare non mancava di
complicare la trama della Storia indagando altre zone di inquietudine e di
sovversione, tendenti ad accentuare, vicino e lontano dal trono, il senso di
un generale disordine. Nel caos dei ruoli gerarchici e familiari, si facevano
avanti due donne ambiziose e aggressive: Eleanor Cobham, la moglie del
Duca di Gloucester che, mentre partecipa a riti di necromanzia, cade nella
trappola tesale dai nemici, e la Regina Margherita, la donna francese,
amante di Suffolk, che acquista un rilievo sempre maggiore e si pone come
baluardo contro le pretese dinastiche degli York.
Nello stesso tempo uno sfondo vivacemente popolare, composto da
postulanti, pellegrini, artigiani, aveva preso corpo, occupando la scena
della seconda parte della trilogia, fino a diventare commons, la gente
comune che impone la cacciata di Suffolk e poi si arruola nello sgangherato
esercito di Jack Cade in marcia su Londra per defenestrare i nobili infedeli
e corrotti. Nel quarto atto della seconda parte della trilogia, Jack Cade, un
falso pretendente al trono aizzato dal “vero” pretendente York, occupa
Londra a capo della sua schiera di straccioni. Cadono le teste e il potere
costituito vacilla per un attimo sotto i colpi del carnevalesco Re di Maggio e
della sua carica ludica e dissacrante. Poi anche la testa mozzata di Cade
viene esibita in scena. La restaurazione dell’ordine dura solo pochi istanti,
poiché, nel momento in cui Enrico VI apprende della fine della rivolta
popolare, l’ingranaggio della guerra civile si mette in moto, con la
ricomparsa del Duca di York. Siamo nel 1455. Nella prima battaglia di St.
Albans - nella realtà storica poco più di una scaramuccia, in cui tuttavia il
re fu “sequestrato” dai nemici - York e Warwick hanno la meglio. La strada
di Londra è aperta e Warwick celebra - a conclusione del play - la vittoria
con parole pompose, come se si trattasse di un trionfo di enorme portata.
È invece solo l’inizio della carneficina, in una guerra dove non esistono
vincitori definitivi, dove chiunque aspiri al potere è destinato alla sconfitta,
mentre la condizione dell’Inghilterra, rotolata nell’anarchia come una testa
mozzata nella polvere, degenera verso lo stadio terminale della malattia:
   626   627   628   629   630   631   632   633   634   635   636