Page 3114 - Shakespeare - Vol. 1
P. 3114
sei scritto nel libro amaro della sfortuna.
Ti seppellirò in una tomba gloriosa. Una tomba? Oh no,
una torre splendente, 119 giovane assassinato.
Perché qui giace Giulietta, e la sua bellezza
fa di questa cripta una sala festosa, piena di luci.
Morte, riposa lì, sepolta da un morto!
Quante volte gli uomini, in punto di morte,
provano l’allegria! Chi li veglia lo chiama
il lampo prima della morte.
Ma come potrei chiamare questo un lampo?
Oh, amore mio, mia sposa,
la morte, che ha succhiato il miele del tuo respiro,
ancora non ha dominio sulla tua bellezza.
Ancora non sei vinta. Lo stendardo della bellezza
è ancora rosso sulle tue labbra e sulle tue guance,
e la pallida bandiera della morte sin lì non è arrivata.
Tebaldo, giaci lì, nel tuo sudario insanguinato?
Quale altro favore più grande potrei farti,
che spezzare la giovinezza di chi fu tuo nemico
con quella mano che ha spezzato la tua?
Perdonami, cugino. Ah, cara Giulietta,
perché sei ancora così bella? Dovrei credere
che anche la Morte senza corpo può innamorarsi,
che lo scarno mostro aborrito vuol tenerti qui,
nelle tenebre, come sua amante?
Per questa paura rimarrò sempre con te,
e mai me ne andrò da questo palazzo d’oscura notte.
Qui, qui resterò, coi vermi che ti fanno da ancelle,
qui fisserò il mio riposo eterno,
liberando questa carne stanca del mondo
dal giogo delle stelle avverse.
Occhi, guardate per l’ultima volta!
Braccia, stringetela per l’ultima volta!
E voi labbra, che siete le porte del respiro,
suggellate con un bacio legittimo
un contratto eterno con la Morte ingorda.
Vieni, amaro capitano, vieni, guida disgustosa,
tu, pilota disperato, scaglia la tua logora barca stanca di mare
d’un colpo contro gli scogli taglienti.
Ecco, bevo al mio amore! (Beve.) Ah, onesto speziale,
sono rapidi i tuoi veleni. Così, con un bacio, io muoio.

