Page 3108 - Shakespeare - Vol. 1
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ecco un disgraziato che glielo venderebbe”.
 Ah, quel pensiero ha anticipato il mio bisogno,
 e quello stesso miserabile sarà chi me lo vende.
 Ecco, se mi ricordo, la sua casa è questa.
 Essendo festa, la bottega del poveraccio è chiusa.
 Ehilà, speziale!

                                     Entra lo speziale.

SPEZIALE

 Chi grida così?

ROMEO

 Vieni qui, amico. Vedo che sei povero.
 Tieni, sono quaranta ducati. 112 Dammi un grammo di veleno,
 ma che sia roba così rapida da far cader morto,
 appena sparso nelle vene, chi, stanco della vita,
 l’abbia bevuto. Che il corpo resti senza fiato
 d’un colpo, come una rapida polvere da sparo
 esplode dal grembo fatale del cannone. 113

SPEZIALE

 Ho droghe così mortali, ma la legge di Mantova
 condanna a morte chiunque ne faccia commercio.

ROMEO

 E tu, povero e disgraziato, hai paura di morire?
 Le tue guance parlano della tua fame,
 il bisogno e la sofferenza agonizzano nei tuoi occhi,
 l’umiliazione e la miseria le porti sulle spalle.
 Non ti è amico il mondo, e nemmeno le sue leggi.
 Il mondo non ha una legge che ti faccia ricco;
 allora, non essere povero, infrangila e prendi questi.

SPEZIALE

 La mia povertà li accetta, non la mia volontà.

ROMEO

 E io pago la tua povertà, non la tua volontà.
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