Page 3069 - Shakespeare - Vol. 1
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che io non abbia già conosciuto?
FRATE LORENZO
Il mio caro figliuolo conosce fin troppo bene
tale trista compagnia.
Ti porto notizie della sentenza del Principe.
ROMEO
È forse il suo giudizio più lieve di quello universale?
FRATE LORENZO
Una sentenza più mite è uscita dalle sue labbra:
non la morte del corpo, ma l’esilio di un corpo.
ROMEO
Ah, l’esilio! Siate pietoso e dite “morte”.
Lo sguardo dell’esilio incute molto, molto più terrore
della morte stessa! Non dite “esilio”.
FRATE LORENZO
Ecco, da questo momento sei bandito da Verona.
Abbi pazienza, il mondo è grande, è vasto.
ROMEO
Non c’è mondo fuori dalle mura di Verona,
se non purgatorio, sofferenza, anzi, l’inferno stesso.
Essere bandito da qui significa esser bandito dal mondo, 71
ed esser bandito dal mondo significa morte.
Esilio è solo un altro nome per morte, e tu,
chiamando la morte esilio, mi tagli la testa
con una scure d’oro per sorridere poi
al colpo che mi uccide.
FRATE LORENZO
Oh peccato mortale, oh nera ingratitudine!
La legge chiama morte la tua colpa,
ma il Principe, generoso, favorendoti, l’ha messa da parte,
e ha mutato quella nera parola «morte» in esilio.
Questa è affettuosa clemenza, e tu non lo vedi.

