Page 3048 - Shakespeare - Vol. 1
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NUT RICE
Questo pomeriggio, allora? Sarà lì.
ROMEO
E tu, buona nutrice, piazzati dietro il muro del convento.
Tra un’ora ci sarà un mio uomo, con una scala di corda,
e su quella gomena salendo, nel segreto della notte,
arriverò al pennone della mia gioia.
Addio, sii fedele, e ricompenserò le tue fatiche.
Addio, ricordami alla tua padrona.
NUT RICE
Che Dio in cielo vi benedica. Ancora una parola.
ROMEO
Cosa c’è ancora, mia cara nutrice?
NUT RICE
È fidato il vostro uomo? Non avete mai sentito
che due san tenere un segreto, se ne togli uno?
ROMEO
Vi assicuro, il mio uomo è sicuro come l’acciaio.
NUT RICE
Bene, signore, perché la mia padroncina è la più dolce delle ragazze. Mio
Dio, bisogna averla vista quando biascicava le sue prime parole... - Ah, c’è
un gentiluomo, in città, un certo Paride, che per lei tirerebbe subito fuori il
coltello, ma lei, poverina, preferirebbe aver davanti un rospo, davvero, un
rospo, piuttosto che lui. A volte la faccio andare in bestia, che le dico che
Paride è il partito migliore, ma vi assicuro che quando le dico così lei mi si
sbianca tutta, mi diventa come un lenzuolo. Non è che Romeo e Rosmarino
cominciano con la stessa lettera?
ROMEO
Certo, cominciano tutt’e due con la “r”. E allora?
NUT RICE
Ah, birbante, quello è il verso del can che ringhia, 52 e can che abbaia non
morde il cu... No, no, quello comincia con un’altra lettera... Ah, lei è

