Page 3017 - Shakespeare - Vol. 1
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Il suo cocchio è un guscio di nocciola
lavorato dallo scoiattolo falegname o dal vecchio lombrico,
da tempo immemorabile carrozzieri delle fate.
I raggi delle ruote sono fatti con le lunghe zampe dei ragni,
la capote con ali di cavalletta,
le redini con la ragnatela più sottile,
le bardature con umidi raggi di luna,
la frusta con l’osso d’un grillo, la sferza d’impercettibile filo,
il cocchiere è un moscerino dalla grigia livrea,
più piccolo della metà del vermetto tondo
colto dal dito delle fanciulle pigre. 25
Su questo cocchio, notte dopo notte, galoppa nelle menti degli amanti
riempendole di sogni amorosi;
oppure eccola sulle ginocchia dei cortigiani,
che subito sognano riverenze;
o sulle dita degli avvocati, che sognano allora parcelle;
o sulle labbra delle donne, che sognano baci,
e che invece spesso, la perfida Mab ricopre di bollicine,
adirata per l’alito che sente di dolciumi.
Altre volte galoppa sul naso d’un gentiluomo di corte,
e quello in sogno sente allora il sapore d’una supplica ben
ricompensata;
oppure s’avvicina, con la coda d’un porcellino della decima,
a sfiorare il naso d’un curato addormentato,
e costui subito sogna un benefizio ancor più grasso;
altre volte, col suo cocchio, si spinge sul collo d’un soldato
suscitando sogni di gole tagliate, d’imboscate,
d’assalti e di lame di Toledo,
di brindisi in coppe profonde cinque tese;
poi, all’improvviso, è sempre lei
che gli fa risuonare il tamburo nell’orecchio,
svegliandolo di colpo,
e lui apre l’occhio, impaurito, bestemmia una preghiera o due,
quindi, assonnato, ricade addormentato.
Ed è la stessa Mab che di notte intreccia le criniere dei cavalli,
facendo coi loro luridi crini nodi d’elfi
che a scioglierli porta grave sventura.
È lei la strega che se trova vergini supine
le copre, insegnando loro come sopportare un peso,
rendendole donne di buon portamento. È lei...

