Page 2844 - Shakespeare - Vol. 1
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e l’avrebbe portato qual pegno d’amore; e con esso
avrebbe disarcionato il più gagliardo dei campioni.

BOLINGBROKE

 Temerità e dissolutezza! Pure, in entrambi gli eccessi,
 intravedo qualche barlume di speranza, che in anni più maturi
 potrà forse dar frutti. Ma chi viene adesso?

                                Entra Aumerle, trafelato.

AUMERLE

 Dov’è il Re?

BOLINGBROKE

                Che accade a nostro cugino
 che ha gli occhi sbarrati e appare stralunato?

AUMERLE

 Dio salvi Vostra Grazia. Ve ne scongiuro, Maestà,
 fatemi conferire in privato con Vostra Grazia.

BOLINGBROKE                                      [Escono Percy e i Pari.]

 Ritiratevi, e lasciateci qui soli.

 E ora, cos’ha da dirci il nostro cugino?

AUMERLE

 Le mie ginocchia mettan per sempre radici a terra,
 e la mia lingua mi s’inchiodi al palato
 se mi rialzo o apro bocca prima di avere il perdono.

BOLINGBROKE

 L’hai pensata, la malefatta, o l’hai anche commessa?
 Nel primo caso, per quanto esecrabile sia,
 io ti perdono: così mi guadagno la tua gratitudine.

AUMERLE

 Allora datemi licenza di girare la chiave,
 e che non entri nessuno, prima ch’io abbia finito.
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