Page 2834 - Shakespeare - Vol. 1
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ATTO V EN
Scena I EN
Entrano la Regina con le dame del seguito. 74
REGINA
Il Re passerà di qui. Questa è la strada che porta
all’infausto lascito di Giulio Cesare, la Torre,
al cui abbraccio di pietra è condannato il mio signore,
prigioniero per volontà del superbo Bolingbroke.
Fermiamoci qui, se questa terra ribelle
vorrà ospitare la sposa del legittimo Re.
Entrano Riccardo e guardie.
Piano! Guardate - o meglio, non guardate
la mia bella rosa che sta per appassire.
Ma sì, alzate gli occhi e guardate,
ché per pietà vi dissolverete in rugiada
per ridonargli la freschezza con lacrime d’amore sincero.
Ahi tu, immagine vivente della rovina di Troia!
Tu, mappa di ogni onore, tomba di Re Riccardo
ma non più Re Riccardo! Tu, locanda incantevole:
perché un’esecrabile pena deve albergare da te,
mentre il trionfo è ospite di una volgare osteria?
RICCARDO
Non allearti al dolore, o donna leggiadra, non farlo.
Non affrettar la mia fine. Impara, anima buona,
a pensare alla grandezza di un tempo come a un sogno felice,
ridestàti dal quale, la verità di quel che siamo
ci si mostra così. Io, dolcezza, son fratello giurato
della più dura Necessità. Lei ed io
saremo in lega fino alla morte. Cerca rifugio in Francia,
nei chiostri di un qualche monastero:
vivremo sante vite, per conquistarci nel mondo a venire
la corona che qui svaghi profani han fatto svanire.

