Page 2829 - Shakespeare - Vol. 1
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e possa presto Riccardo giacere in una fossa di terra.
 “Dio salvi Re Enrico”, da re disfatto Riccardo dice,
 “e gli conceda anni e anni di vita felice”.
 Che altro volete da me?

NORT HUMBERLAND

                Nient’altro che diate lettura
 dei capi d’accusa, e dei nefandi delitti
 commessi da voi in persona e dai vostri seguaci,
 contro lo Stato e gli interessi della nazione:
 se vi confessate colpevole, le menti degli uomini
 vi riterranno giustamente detronizzato.

RICCARDO

 Devo far questo? Devo disfare l’ordito di follie
 di cui è intessuto il mio regno? Nobile Northumberland,
 se esistesse un registro delle tue malefatte
 non avresti vergogna, in questo illustre consesso,
 a darne pubblica lettura? Se lo facessi,
 ci troveresti una voce del tutto infamante,
 che dice di un re detronizzato,
 del più solenne giuramento, infranto -
 voce segnata con marchio d’infamia, dannata nel libro del cielo.
 Anzi, tutti voialtri che state lì a fissarmi
 mentre la mia sventura mi strazia il cuore
 anche se qualcuno - come Pilato - se ne lava le mani
 mostrando una pietà di circostanza, pure, da veri Pilati,
 mi avete consegnato alla croce della mia amarezza,
 e non c’è acqua che lavi il vostro peccato.

NORT HUMBERLAND

 Signore, bando agl’indugi. Leggete i capi d’accusa.

RICCARDO

 Non ci vedo: i miei occhi son pieni di lacrime.
 Eppure il sale delle lacrime non li accieca abbastanza
 ch’essi non vedano questa congrega di traditori.
 E anzi, se volgo gli occhi su me stesso,
 io scopro in me un traditore come gli altri:
 ho dato qui il mio spontaneo consenso
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