Page 2828 - Shakespeare - Vol. 1
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BOLINGBROKE
Vi credevo disposto a abdicare.
RICCARDO
Alla corona, sì: ma le mie pene restano con me.
Potete spogliarmi di ogni gloria e potere,
ma non delle mie pene. Di queste sono sempre re.
BOLINGBROKE
Con la corona mi cederete parte dei vostri affanni.
RICCARDO
I vostri affanni, su in alto, non curano i miei di quaggiù.
La mia cura è nella perdita di cure, ora che non ne ho più.
La vostra cura sono altre cure, acquistate con nuove cure.
Le cure che vi cedo, me le tengo, anche se le ho cedute:
sono tutt’uno con la corona, eppure non le ho perdute.
BOLINGBROKE
Ma consentite a cederla, la corona?
RICCARDO
Sì e no. No e sì... Il sì non conta nulla, come me,
e figuriamoci il mio no, se abdico per te. 68
Ma ascolta adesso come faccio a disfare me stesso.
Dalla testa mi tolgo questo gran peso,
e dalla mano l’impaccio di un grosso scettro,
e dal cuore l’orgoglio di fare il monarca.
Colle mie stesse lacrime io lavo il crisma dell’unzione,
colle mie stesse mani cedo la mia corona,
colla mia stessa lingua rinnego la mia sacra funzione,
col mio stesso fiato vi libero da ogni fede giurata.
Io rinunzio a ogni pompa e a ogni fasto regale;
rifiuto manieri, e rendite, e profitti,
disconosco ogni mio atto, decreto o legge.
Dio perdoni chi tradisce i giuramenti fatti a me,
Dio conservi inviolati quelli che fanno a te.
E faccia sì che io, che non ho nulla, da nulla sia angustiato,
mentre tu godi tutto quel che ti sei conquistato.
Possa tu vivere a lungo, assiso sul trono di Riccardo,

