Page 2815 - Shakespeare - Vol. 1
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La pena e lo strazio del cuore
lo fan parlare a vanvera, come uno che farnetica.
Ma eccolo che viene.

                                       [Riccardo e il seguito scendono da basso.]

BOLINGBROKE                                                  S’inginocchia.

 Fatevi tutti da parte,
 e rendete a Sua Maestà l’omaggio dovuto.

 Mio grazioso sovrano...

RICCARDO

 Amabile cugino, voi degradate il vostro ginocchio principesco
 e insuperbite la vile terra se vi mettete a baciarla.
 Preferirei fosse il mio cuore a sentire il vostro affetto:
 il mio occhio non si compiace affatto del vostro omaggio.
 Su, cugino, in piedi. Il vostro cuore è in alto, lo so io:
 pur col ginocchio a terra, almeno all’altezza del mio.

BOLINGBROKE

 Mio grazioso sovrano, vengo solo per ciò che è mio.

RICCARDO

 Quello che è vostro è vostro: anch’io son tutto vostro.

BOLINGBROKE

 Sarete mio, veneratissimo Sire,
 se i miei leali servigi sapran meritare il vostro affetto.

RICCARDO

 Voi meritate molto. Più merita di avere
 chi è più deciso e più forte nel prendersi le cose.
 Zio, datemi la mano. Suvvia, asciugatevi gli occhi.
 Le lacrime attestano affetto, ma non offrono rimedi.
 Cugino, son troppo giovane per esservi padre,
 anche se siete vecchio abbastanza per esser mio erede. 59
 Quel che volete io ve lo do, e ve lo do di buon grado:
 dobbiamo fare quel che la forza c’impone nostro malgrado.
 Si vuole che andiamo a Londra, cugino: è vero o no?
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