Page 2813 - Shakespeare - Vol. 1
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il suo nobile cugino è più che benvenuto
e tutta la lista delle sue giuste richieste
sarà soddisfatta senza alcuna obiezione.
Con tutto l’eloquio elegante di cui sei capace
porta al suo nobile orecchio un saluto benigno...
[a Aumerle]
Stiamo perdendo la faccia, non vi pare, cugino?
Con questa brutta cera, e tante belle parole...
Dobbiam richiamare Northumberland, inviare
al traditore un messaggio di sfida, e perire così?
AUMERLE
No, mio buon signore. Battiamoci con le belle parole:
il tempo ci presterà degli amici, e questi un soccorso di spade.
RICCARDO
O Dio, Dio, che proprio questa mia lingua
che pronunciò la temuta sentenza della messa al bando
contro quell’uomo superbo, debba rimangiarsela
con parole suadenti! Oh, potessi esser grande
quanto il mio affanno, e meno grande del mio nome,
o potessi dimenticare quel che son stato
o non ricordare quel che devo essere ora!
Ti gonfi, orgoglioso mio cuore? Ti do licenza di battere quanto vuoi,
ché il nemico ha licenza di batterci tutti e due.
AUMERLE
Torna Northumberland, da parte di Bolingbroke.
RICCARDO
Che farà adesso il Re? Dovrà capitolare?
Il Re lo farà. Dovrà farsi deporre?
Il Re si rassegnerà. Dovrà perdere
il nome di re? In nome di Dio, vada anche quello!
Darò i miei gioielli per un rosario,
il mio sontuoso palazzo per un romitorio,
le mie vesti sfarzose per un saio di questuante,
le mie coppe cesellate per una scodella di legno,
il mio scettro per un bordone da pellegrino,
i miei sudditi per un paio di santi scolpiti

