Page 2814 - Shakespeare - Vol. 1
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ed il mio vasto reame per una piccola tomba,
una tomba piccola così, una modestissima tomba.
Oppure sarò sepolto sulla strada maestra,
qualche strada ben trafficata ove i piedi dei sudditi
a tutte l’ore calpestino la testa del loro sovrano:
visto che ora, da vivo, mi calpestano il cuore,
una volta morto, perché poi non la testa?
Aumerle, tu piangi, cugino dal tenero cuore.
Faremo venire un tempaccio, a furia di lacrime vili,
tra pianti e sospiri faremo strame del raccolto d’estate,
a provocar carestia in questa terra in rivolta.
O i nostri guai li volgeremo in scherzi:
faremo una bella gara a chi versa più lacrime,
che verseremo tutte nello stesso sito,
e quand’esse ci avranno scavato un paio di fosse
nella terra, e noi vi saremo sotterrati, si dirà “Qui giacciono
due cugini che si scavaron la fossa col pianto degli occhi”.
Non sarebbe una gran bella fine? Bene, bene: mi accorgo
di vaneggiare, voi state ridendo di me.
Possente principe, mio Duca di Northumberland,
che dice Re Bolingbroke? Gliela darà Sua Maestà
licenza a Riccardo di vivere sinché Riccardo morrà?
Fategli una riverenza, e Bolingbroke vorrà.
NORT HUMBERLAND
Mio Sire, egli attende nella corte, da basso,
di parlare con voi, purché vi degniate di scendere.
RICCARDO
Scendo, scendo: come il radioso Fetonte, 58
perso il controllo dei suoi cavalli riottosi.
Nella corte da basso? Corte da basso, dove i re s’abbassano
a venire al richiamo dei traditori, a far atto d’omaggio.
La corte da basso? Scendiamo: da basso la corte, il Re in basso.
Stridono i gufi, l’alto canto della lodola appare in ribasso.
BOLINGBROKE
Che dice Sua Maestà?
NORT HUMBERLAND

