Page 2811 - Shakespeare - Vol. 1
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si osservi un gran bello spiegamento di forze.
Credo che io e Re Riccardo potremmo scontrarci
al modo terribile degli elementi
di fuoco e d’acqua, quando la loro tonante deflagrazione,
nello scontrarsi, squarcia le gote imbronciate del cielo.
Se lui è il fuoco, io sarò l’acqua arrendevole:
sta a lui infuriare, mentre io scarico sulla terra
le mie acque - sulla terra, non già su di lui.
In marcia! e attenti a Re Riccardo: osservatelo bene.
Di fuori le trombe chiamano a parlamento, di dentro si risponde; segue
fanfara. Riccardo si affaccia sulle mura, con [il Vescovo di] Carlisle,
Aumerle, Scrope e Salisbury.
Ecco, guardate, Re Riccardo appare in persona,
come un sole fattosi rosso di malcontento
mentre si affaccia all’infuocato portale d’oriente,
nello scoprire che invide nubi son risolute
ad oscurare la sua gloria e deturpare il tracciato
della sua fulgida corsa verso occidente.
Y ORK
Eppur ha tutto l’aspetto di un re. Guardate, il suo sguardo
scintillante come quello d’un’aquila, illumina di lampi
la sua maestà e autorità. Ahimè, ahimè che guaio
se la sventura dovrà macchiare un sì nobile aspetto!
RICCARDO
Siamo sconcertati: abbiamo atteso tanto a lungo
di vederti piegare, timoroso, il ginocchio,
perché ci credevamo il tuo legittimo re.
E se lo siamo, come osano omettere, le tue giunture,
di offrire umile omaggio alla nostra persona?
Se re non siamo, mostraci la mano di Dio
che ci ha dimesso dalle funzioni di Suo vicario.
Sappiamo bene che nessuna mano di carne e d’ossa
può impugnare il nostro scettro consacrato
se non per sacrilegio, rapina o usurpazione.
E se anche voialtri credete che tutti, al pari di voi,
si sian dannati l’anima straniandola da noi,
e che noi siamo impotenti, orbati dei nostri amici,

