Page 2806 - Shakespeare - Vol. 1
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Tre Giuda, 54 e ognuno tre volte peggio di Giuda!
Han voluto far pace? Che l’orrido inferno faccia guerra
alle loro anime, tutte macchiate da questo misfatto!
SCROPE
Il dolce amore, vedo, quando cambia natura,
si volge in odio, il più implacabile e amaro.
Ritiratele, le maledizioni. La loro pace l’han fatta
non colle mani, ma con le loro teste. Quelli che voi maledite
hanno subìto la più devastante fra le ferite mortali,
e han veramente toccato il fondo, sepolti in una nuda fossa.
AUMERLE
Allora son morti, Bushy, Green e il Conte di Wiltshire?
SCROPE
Sì, in quel di Bristol: han tutti perso la testa.
AUMERLE
Dov’è il Duca mio padre con il suo esercito?
RICCARDO
Non importa dove. E non una parola di conforto! 55
Parliamo di tombe, e di vermi, e di epitaffi.
La polvere sia la nostra carta, e con occhi stillanti
descriviamo il dolore sul grembo della terra.
Designiamo gli esecutori, parliamo di testamenti...
Eppure no: che eredità possiamo lasciare
al suolo, a parte i nostri corpi esautorati?
Le nostre terre, le nostre vite... Tutto è di Bolingbroke,
e nulla possiamo dir nostro se non la morte
e quel modesto calco di sterile argilla
che a mo’ di involucro protegge le nostre ossa.
Per amor di Dio, sediamoci sulla nuda terra
a recitar le tristi cronache della morte dei re:
come alcuni furon deposti, altri uccisi in guerra,
altri ossessionati dai fantasmi di chi avevan deposto,
alcuni avvelenati dalle mogli, o assassinati nel sonno:
tutti morti ammazzati. Ché entro la vuota corona
che cinge le tempie mortali di un re,

