Page 2805 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2805

Si ribellano i sudditi? Non ci possiamo far niente.
 Essi rinnegano Iddio come rinnegano noi.
 Annuncia pure rovina, sfacelo, devastazioni e lutti:
 il peggio è la morte, e la morte arriva per tutti.

SCROPE

 Son lieto che Vostra Altezza abbia armato il suo cuore
 a sopportare notizie calamitose.
 Come un nubifragio fuori stagione
 fa straripare oltre gli argini i fiumi d’argento,
 quasi che il mondo intero fosse inondato di pianto,
 così, ben oltre gli argini, erompe la furia
 di Bolingbroke, ad inondare il vostro reame atterrito
 di duro acciaio rilucente, e cuori ancora più duri.
 Barbe canute han corazzato i loro scalpi secchi e spelati
 contro la maestà tua. Ragazzi dalla voce femminea
 stan lì a sballarle grosse, e insaccano le tenere membra
 in rigide, ingombranti armature: contro la tua corona.
 Gli oranti da te prezzolati imparano a tendere l’arco
 di legno di tasso, 53 due volte funesto: contro il tuo potere.
 Sì, e le comari colla conocchia impugnano ferrivecchi
 contro il tuo trono. Giovani o anziani, è rivolta totale.
 Non ho parole per dir quanto va male.

RICCARDO

 Troppo, fin troppo bene racconti un sì tristo racconto.
 Dov’è il Conte di Wiltshire? Dov’è Bagot?
 Dov’è finito Bushy, che ne è di Green?
 Com’è che hanno lasciato un nemico così minaccioso
 marciare per tutto il paese, così, senza colpo ferire?
 Se prevarremo noi, pagheranno con la testa.
 Scommetto che han fatto pace con Bolingbroke.

SCROPE

 Han fatto pace con lui - e che pace, mio Sire!

RICCARDO

 Oh canaglie, vipere, dannati per l’eternità!
 Cani pronti a leccare, a strofinarsi sul primo che passa!
 Serpenti riscaldati dal mio stesso sangue, che mi mordono al cuore!
   2800   2801   2802   2803   2804   2805   2806   2807   2808   2809   2810