Page 2804 - Shakespeare - Vol. 1
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sono passati a Bolingbroke, o son dispersi e in fuga.

AUMERLE

 Coraggio, Sire. Perché Vostra Grazia impallidisce così?

RICCARDO

 Un attimo fa il sangue di ventimila soldati
 mi esultava sul volto: adesso essi sono fuggiti.
 Finché tutto questo sangue non vi sarà rifluito,
 non ho motivo di apparire pallido e esangue?
 Chiunque voglia salvarsi abbandona la mia cerchia,
 ché il tempo ha voluto umiliare la mia superbia.

AUMERLE

 Coraggio, mio Sire. Ricordate chi siete.

RICCARDO

 Ho dimenticato chi sono. Non sono forse il Re?
 Svegliati, Maestà pusillanime: tu stai dormendo.
 Non vale il nome del Re ventimila altri nomi?
 All’armi, all’armi, o mio nome! Un miserabile suddito attenta
 alla tua grande gloria. Non statevene a testa bassa,
 voi favoriti del Re: non siamo forse in alto?
 E allora, in alto i cuori! So che lo zio York
 ha milizie bastanti a sistemare le cose. Ma chi viene adesso?

                                      Entra Scrope. 52

SCROPE

 Felicità e salute arridano al mio Sire,
 più di quanto possa esprimere la mia angosciata favella.

RICCARDO

 Son tutt’orecchi, il mio cuore è preparato.
 Il peggio che puoi annunciarmi son perdite materiali.
 Di’, il mio regno è perduto? Ebbene, era la mia croce:
 e me la chiami perdita, l’aver perduto una croce?
 Bolingbroke si sforza di grandeggiar quanto noi?
 Più grande non sarà mai. Se vorrà servire Dio,
 lo serviremo anche noi, e saremo suoi pari.
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