Page 2802 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2802

dopo esservi fatto sballottare dal mare in burrasca?

RICCARDO

 Come non apprezzarla? Piango di gioia
 nel ritrovarmi ancora una volta nel nostro regno.
 Terra diletta, io ti saluto con la mia mano,
 mentre i ribelli ti feriscono con gli zoccoli dei cavalli.
 Come una madre a lungo divisa dal proprio piccino
 nel ritrovarlo alterna, come folle, lacrime e riso,
 così, mia patria, io ti saluto con lacrime di gioia
 e con mano regale ti colmo di carezze.
 Nega ogni nutrimento ai nemici del sovrano, mia terra gentile,
 non confortarne di dolci frutti i feroci appetiti,
 prendi i tuoi ragni, distillatori dei tuoi veleni,
 e i rospi lenti e goffi, e mettiglieli fra i piedi,
 ad intralciare il cammino di quei felloni
 che ti calpestano, con passo da usurpatori.
 Ai miei nemici offri ortiche pungenti,
 e quando dal tuo seno essi colgono un fiore,
 mettici a guardia, ti prego, un aspide in agguato,
 la cui lingua forcuta possa, con tocco letale,
 seminare la morte fra i nemici del tuo sovrano.
 Non irridete alla mia insensata invocazione, signori:
 questa terra sarà capace di sentimento, e queste pietre
 si batteranno come soldati, prima che il loro legittimo re
 vacilli sotto i colpi di un’obbrobriosa ribellione.

CARLISLE

 Non temete, mio Sire. Il potere che fece di voi un re,
 ha il potere di conservarvi re a dispetto di tutto.
 Sian bene accolti i mezzi che ci offre il cielo,
 e non negletti: altrimenti, se il cielo lo vuole
 e noi esitiamo, noi ricusiamo un dono del cielo,
 la salvezza e il soccorso che esso provvede.

AUMERLE

 Intende dire che ce la stiamo prendendo comoda,
 mentre Bolingbroke, grazie alla nostra sicumera,
 si fa più grande e forte, in uomini e in mezzi.

RICCARDO
   2797   2798   2799   2800   2801   2802   2803   2804   2805   2806   2807