Page 2790 - Shakespeare - Vol. 1
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E dove lo prendiamo il denaro per queste campagne?
Suvvia, sorella - dovrei dire, cugina - vi prego, perdonatemi.
Va’, brav’uomo, fila a casa, procura dei carri,
rastrella ogni arma che troverai in giro.
[Esce il servitore.]
Signori, che cosa aspettate ad adunare la truppa?
Se vi dico che so come, in che modo sistemare le cose
che mi han gettato tra capo e collo così alla rinfusa,
rifiutate di credermi. Son tutti e due miei congiunti.
L’uno è il mio sovrano, che il giuramento
e il senso del dovere m’impongono di difendere. L’altro
è pur sempre un congiunto, cui il Re ha fatto un torto
che la coscienza e la voce del sangue mi dicon di raddrizzare.
Bene, qualcosa dovremo pur fare. Venite, cugina,
mi occuperò io di voi. Signori, andate ad adunare gli uomini,
e ritroviamoci senza indugio al castello di Berkeley.
Dovrei anche correre a Plashy,
ma me ne manca il tempo. Tutto è allo sbando,
le cose si van proprio ingarbugliando.
Escono il Duca e la Regina.
Restano Bushy, [Bagot e] Green.
BUSHY
Filan col vento in poppa, i dispacci per l’Irlanda:
tutti senza risposta. Arruolare una forza
che possa misurarsi col nemico
è compito impossibile.
GREEN
E poi, l’affetto che portiamo al Re
ci porta l’odio di chi il Re non lo ama.
BAGOT
Volete dire, del popolo incostante, che il cuore
tien nella borsa: chiunque gliela vuoti,
glielo riempie, in proporzione, di odio mortale.
BUSHY
Quand’è così il Re è condannato da tutti.

