Page 2787 - Shakespeare - Vol. 1
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Null’altro che una fantasia, mia graziosa sovrana.

REGINA

 Tutt’altro. Una fantasia deriva pur sempre
 da qualche dolore che l’ha generata. Non così questa mia,
 poiché nulla ha generato questo mio strano tormento -
 o qualcosa di strano, il nulla che mi tormenta,
 che non è ancora mio, ma è in serbo nel mio futuro.
 Che cosa sia - qualunque cosa esso sia - o come,
 non posso dirlo: so solo ch’è un tormento senza nome. 40

                                        Entra Green.

GREEN

 Dio salvi Vostra Maestà. Salute a voi, signori.
 Spero che il Re non sia già salpato per l’Irlanda.

REGINA

 Perché lo speri? Meglio sperare di sì:
 i suoi piani esigono prontezza, alla prontezza serve la speranza.
 E allora perché speri che non sia salpato?

GREEN

 Perché in tal caso lui, nostra speranza,
 farebbe in tempo a richiamare i suoi,
 e far disperata la speranza del nemico,
 sbarcato in forze sulla nostra terra.
 Il bandito Bolingbroke si è amnistiato da solo,
 e senza intoppi, armato fino ai denti,
 è giunto a Ravenspurgh.

REGINA

        Oh, Dio non voglia!

GREEN

 Ah, signora, è sin troppo vero! E quel ch’è peggio
 il Conte di Northumberland, il suo giovane erede Enrico Percy,
 i signori di Ross, Beaumont e Willoughby,
 con tutti i loro potenti amici sono passati a lui.
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