Page 2780 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2780

Giusto, ben detto. Se Hereford mi ama, anche lui, sì.
 E il loro amore è ricambiato. Tanto meglio così.

                                Entra Northumberland. 32

NORT HUMBERLAND

 Sire, il vecchio Gaunt saluta Vostra Maestà.

RICCARDO

 Cos’ha ancora da dire?

NORT HUMBERLAND

 Proprio nulla. È stato detto tutto.
 La sua lingua è ora uno strumento senza corde.
 Parole, vita e tutto ha speso il vecchio Lancaster.

Y ORK

 Che una tal bancarotta venga adesso per York!
 Benché povera, la morte fa cessare ogni male mortale.

RICCARDO

 È il frutto maturo a cadere per primo: doveva andare così.
 Il suo tempo è scaduto, il nostro pellegrinaggio comincia ora.
 E questo è quanto. E ora, alla guerra d’Irlanda.
 Dobbiamo sradicare quei fanti rozzi e irsuti,
 erbacce velenose di una terra ove ogni altro veleno è bandito 33
 dove ad essi soltanto è consentito di vivere.
 E poiché le grandi imprese esigono grandi spese,
 a mo’ di contribuzione noi qui confischiamo
 le argenterie, il contante, le rendite e i beni mobili
 già appartenuti a nostro zio Gaunt.

Y ORK

 Fino a quando dovrò portare pazienza? Fino a quando
 la dedizione al dovere m’indurrà a tollerare il sopruso?
 Non la morte di Gloucester, né l’esilio di Hereford,
 né gli affronti a Gaunt o i torti fatti a sudditi inglesi,
 né il veto opposto al povero Bolingbroke
 per il suo matrimonio, né l’essere io stesso caduto in disgrazia,
 han mai inasprito la bonomia del mio volto;
   2775   2776   2777   2778   2779   2780   2781   2782   2783   2784   2785