Page 2779 - Shakespeare - Vol. 1
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RICCARDO Esce.
Da lunatico, folle e rimbambito
forte dell’impunità dovuta al tuo stato febbrile,
tu osi, col brivido di morte delle tue prediche,
farci sbiancare in viso, cacciare il sangue del Re,
con furia, dalla sua sede naturale.
Ora, per la legittima reale maestà del mio trono,
se tu non fossi fratello del figlio del grande Edoardo,
la lingua che rotola insolente nella tua testa
te la farebbe rotolare, la testa, da quelle spalle insolenti.
GAUNT
Oh, non mi risparmiare, figlio di mio fratello Edoardo,
solo perché son figlio di suo padre Edoardo.
Quel sangue già, come fa il pellicano, 30
tu l’hai spillato, e tracannato da ebbro.
Mio fratello Gloucester, anima semplice e generosa, 31
- il cielo l’abbia in gloria tra le anime beate! -
può fare da precedente, e da buon testimone,
che non ti fai certo scrupolo di versare quel sangue.
Fa’ lega con il morbo che mi attanaglia,
e la tua crudeltà, come la curva falce della vecchiezza,
tronchi di colpo un fiore da tempo appassito.
Vivrai nella tua ignominia, ma l’ignominia non morrà con te.
Queste parole ti siano di sempiterna tortura!
Portatemi al mio letto, e di lì alla sepoltura.
Solo chi è amato e onorato può amare la vita.
RICCARDO
Chi è vecchio, e in più bisbetico, merita di morire:
tu sei vecchio e bisbetico, va’ a farti seppellire!
Y ORK
Scongiuro Vostra Maestà, considerate le sue parole
vaneggiamenti dell’età e dello stato febbrile.
Sulla mia vita, egli vi ama, e vi vuole bene:
come anche Harry, Duca di Hereford, se fosse qui.
RICCARDO

