Page 2773 - Shakespeare - Vol. 1
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Che disse nostro cugino al momento del distacco?

AUMERLE

 “Addio!”
 E poiché il mio cuore sdegnava di profanar con la lingua
 quella parola, m’insegnò l’astuzia
 di fingere d’esser prostrato da un tale dolore
 che ogni parola parve sepolta nella tomba del mio strazio.
 Perdiana, se la parola “Addio” avesse potuto prolungare le ore
 e aggiungere anni al suo pur breve esilio,
 ne avrebbe raccolto un volume, di addii.
 Ma dal momento che così non era, da me, neanche uno.

RICCARDO

 È nostro cugino, cugino: ma è dubbio
 che, quando a suo tempo tornerà dall’esilio,
 il nostro congiunto verrà a rivedere i suoi amici.
 Noi stessi e Bushy, e anche Bagot e Green,
 lo abbiamo osservato, che s’ingraziava la gente del popolo:
 come sembrava conquistarne i cuori,
 sempre modesto, affabile e cortese;
 che spreco di riguardi, tributati a dei servi,
 nel corteggiare umili artieri con l’arte del sorriso,
 pazientemente rassegnato alla sua sorte,
 quasi a portarsi in esilio anche il loro affetto!
 Che scappellarsi, per la donna delle ostriche!
 Un paio di carrettieri gli grida, “Dio v’assista!”
 e lui svelto ricambia piegando il ginocchio
 con un “Grazie, compatrioti, miei buoni amici”
 come se l’Inghilterra nostra fosse lui a ereditarla,
 e fosse lui la futura speranza dei nostri sudditi. 20

GREEN

 Bene, adesso è partito, e con lui questi pensieri.
 Ora per i ribelli che tengono duro in Irlanda
 occorre trovare, mio Sire, qualche urgente rimedio,
 prima che nuovi indugi dian loro nuovi vantaggi,
 e nuovi mezzi, a scapito dell’Altezza Vostra.

RICCARDO
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