Page 2771 - Shakespeare - Vol. 1
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Il malinconico tragitto dei tuoi passi stanchi
fa’ conto che sia il metallo su cui incastonare
la pietra preziosa del tuo ritorno in patria.
BOLINGBROKE
Al contrario! Ogni passo tedioso ch’io possa fare
non farà che ricordarmi quanta parte di mondo
mi starà allontanando dalle pietre che amo.
Non devo forse servire un lungo apprendistato
per cammini stranieri, per poi, alla fine,
da libero artigiano, di null’altro vantarmi
che aver girato il mondo da schiavo del dolore? 17
GAUNT
Tutti i luoghi su cui si posa l’occhio del cielo
sono per l’uomo saggio porti e approdi felici.
Lo stato di necessità t’insegni a ragionare così:
che tanto vale far di necessità virtù.
Non pensare che è stato il Re a bandirti:
tu hai bandito il Re. Il dolore è tanto più pesante
quando si sente tollerato a fatica.
Va’, di’ che son io a mandarti in giro in cerca d’onori,
non che il Re ti ha esiliato; o immagina
che un’insaziata pestilenza ammorbi l’aria di casa,
e che tu prendi il volo verso climi più sani.
Pensa alle cose che ti sono più care, e fa’ conto
di ritrovarle sul tuo cammino, non di averle alle spalle.
Fa’ finta che gli uccelli canori siano dei musici,
che l’erba che calpesti sia il tappeto della sala del trono,
che i fiori sian belle dame, e i tuoi passi null’altro
che un’incantevole figura di danza, ad un ballo:
poiché il dolore ringhioso è meno incline a azzannare
l’uomo che se la ride e non si fa spaventare.
BOLINGBROKE
Oh, chi può tenere il fuoco nel palmo della mano,
sol perché pensa al Caucaso ghiacciato?
O saziare il morso assillante della fame
semplicemente immaginando una mensa imbandita?
O rotolarsi ignudo nella neve, in dicembre,
pensando all’estate torrida della sua fantasia?

