Page 2767 - Shakespeare - Vol. 1
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come una viola o un’arpa prive di corda,
o come un prezioso strumento chiuso nella sua custodia -
o se non chiuso, messo in mano di gente
che ignorandone il tocco non sa trarne armonia.
Voi incarcerate la lingua nella mia bocca,
dietro una duplice serranda di denti e di labbra,
ed un’ottusa, insensibile, sterile ignoranza
farà da carceriera per vigilar su di me.
Son troppo vecchio per correr dietro alla balia,
troppo cresciuto per fare lo scolaretto.
Che altro è la tua sentenza, se non il silenzio della morte,
che alla mia lingua nega la vita, l’idioma nativo?
RICCARDO
Non ti conviene cercare di commuoverci.
A sentenza pronunziata, è tardi per recriminare.
MOWBRAY
Allora non posso che dire addio alla luce della patria,
per calarmi tra le ombre meste di una notte senza fine.
RICCARDO
Torna sui tuoi passi, e porta via con te un giuramento.
Posate le vostre mani di esuli sulla spada del Re.
Giurate per i doveri che avete verso Dio -
quelli verso di noi sono banditi con voi -
di tener fede agli impegni che vi imponiamo.
Giurate che mai - con l’aiuto di Dio e della vostra lealtà -
vi abbraccerete da amici durante l’esilio,
né mai vi ritroverete viso a viso,
né mai vi scriverete, vi scambierete saluti o dissiperete
la nube tempestosa dell’odio covato in patria;
né mai v’incontrerete col meditato proposito
di tramare, architettare, complottare atti ostili
contro di noi, il nostro potere, i nostri sudditi o il nostro paese.
BOLINGBROKE
Lo giuro.
MOWBRAY

