Page 2764 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2764

e con raddoppiato vigore mi sospinge in alto
 per attingere a una vittoria più grande di me,
 rinsalda la mia armatura con le tue preci
 e benedici l’acciaio della mia lancia, che così temprato
 trapassi la cotta di Mowbray come fosse di cera,
 e nuovo lustro aggiunga al nome di Giovanni di Gaunt
 per l’ardimento mostrato dal figliol suo.

GAUNT

 Che Iddio, nella tua giusta causa, ti faccia trionfare!
 Sii, nell’azione, rapido come la folgore,
 ed i tuoi colpi, due volte raddoppiati,
 si abbattano come un tuono assordante sul cimiero
 del tuo insidioso e perfido nemico!
 Fa’ ribollire il tuo giovane sangue, sii prode, e vivi!

BOLINGBROKE

 San Giorgio mi assista, e la mia innocenza!

MOWBRAY

 Quale che sia la mia sorte, o il volere di Dio,
 qui vive o muore, fedele al trono di Re Riccardo,
 un gentiluomo leale, giusto e integerrimo.
 Mai prigioniero con cuore più lieto
 si liberò dei ceppi del servaggio per abbracciare
 la sua radiosa, illimitata libertà,
 di quanto la mia anima esultante non celebri
 come una festa lo scontro col mio avversario.
 Mio onnipotente sovrano, e voi Pari, compagni miei,
 per bocca mia ricevete l’augurio di anni felici.
 Come a un ballo in maschera, in serena letizia,
 io vado a battermi: serena è la giustizia.

RICCARDO

 Addio, mio Duca. Non sbaglio nel ravvisare
 virtù e valore all’erta nel tuo sguardo.
 Ordina la tenzone, Lord Maresciallo. Si va a cominciare.

MARESCIALLO

 Enrico di Hereford, Lancaster e Derby,
   2759   2760   2761   2762   2763   2764   2765   2766   2767   2768   2769