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e il guanto sarà vostro. Mio amato, amatissimo re,
il più puro tesoro di nostra vita mortale
è una reputazione senza macchia: perduta quella,
gli uomini non sono che argilla dorata, o creta dipinta.
Uno spirito ardente, racchiuso in un petto leale,
è come un gioiello in un forziere chiuso a dieci mandate.
Il mio onore è la mia vita: sono cresciuti insieme.
Strappatemi l’onore, e mi avrete tolto la vita.
Lasciami difendere il mio onore, mio amato Sire:
di esso io vivo, per esso son pronto a morire.
RICCARDO
Cugino, getta il guanto. Sii tu a cominciare.
BOLINGBROKE
Dio guardi la mia anima da sì nero peccato!
Agli occhi di mio padre dovrò apparire umiliato?
O da pitocco, pallido di paura, abbassar la mia altezza
davanti a questo cialtrone codardo? Prima che la mia lingua
ferisca il mio onore con tale maldestra offesa
o proclami tale ignobile tregua, i miei denti faranno a brani
il servile strumento di sì pavida ritrattazione
per poi sputarlo sanguinante, per colmo di disonore,
là dove il disonore è di casa: dritto in faccia a Mowbray.
Esce Gaunt.
RICCARDO
Non siamo nati per chiedere, ma per comandare.
E dal momento che non riusciamo a farvi tornare amici,
tenetevi pronti a risponderne con le vostre vite
a Coventry, nel giorno di San Lamberto. 9
Colà le vostre spade e lance faranno da arbitri
al prepotente erompere dei vostri antichi rancori.
E poiché non sappiamo riconciliarvi, sarà la giustizia
cavalleresca a designare, fra i due, il vincitore.
Lord Maresciallo, date ordine ai nostri ufficiali
di prepararsi a questo duello fra connazionali. 10
Escono.
Scena II EN

