Page 2757 - Shakespeare - Vol. 1
P. 2757
O signori infiammati di collera, lasciatevi guidare da me:
purifichiamo la bile senza tanti salassi.
Questo vi prescriviamo, pur senza esser dottori,
ché troppo a fondo incide un rancore profondo.
Dimenticate, perdonate, finitela, trovate l’accordo:
i nostri medici dicono che non è questo il tempo di cavar sangue.
Mio caro zio, che la cosa abbia fine là dove è cominciata:
noi placheremo il Duca di Norfolk, voi il figliol vostro.
GAUNT
Alla mia età si addicono le missioni di pace.
Gettalo a terra, o figlio, il guanto del Duca di Norfolk.
RICCARDO
E tu, Norfolk, getta il suo.
GAUNT
Ebbene, Harry, che aspetti?
L’obbedienza esige che non te lo chieda due volte.
RICCARDO
Gettalo, Norfolk, è un ordine: non hai scelta.
MOWBRAY
La mia persona io getto, temuto sovrano, ai tuoi piedi.
Potrai disporre della mia vita, non del mio onore.
La vita ho il dovere di offrirtela, ma il mio buon nome
che, a dispetto della morte, vivrà sulla mia tomba,
tu non l’avrai, macchiato da oscure, disonorevoli trame.
Mi trovo a essere sotto accusa, svergognato e vilipeso,
trafitto nel fondo dell’anima dalla lancia avvelenata della calunnia.
Ad essa non c’è altro antidoto che il sangue spillato dal cuore
di chi ha distillato il veleno.
RICCARDO
La collera va pur sempre frenata.
Dammi il suo guanto. I leoni domano i leopardi. 8
MOWBRAY
Sì, ma non ne cancellano le macchie. Cancella la mia macchia

