Page 2616 - Shakespeare - Vol. 1
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T ESEO

Il suo discorso era come una catena aggrovigliata; tutte le maglie a posto,
ma tutte confuse. Chi è il prossimo a parlare?

        Entrano, preceduti da un trombettiere, (Rocchetto, nella parte di)
     Piramo, (Zufolo, in quella di) Tisbe, (Beccuccio, in quella del) Muro,
    (Agonia in quella del) Chiaro-di-luna e (Incastro in quella del) Leone.

     PROLOGO

     Dame e Cavalieri, la nostra comparsa qui vi stupirà.
     Ebbene, stupitevi pure finché poi tutto verrà messo in chiaro.
     Quest’uomo, se proprio volete saperlo, è Piramo.
     E questa avvenente signora è Tisbe, Tisbe in persona.
     Quest’uomo d’intonaco e di calce è il Muro,
     il vil muro che separava i nostri innamorati.
     È per una sua fessura che i poveretti bisbigliavano fra loro.
     E nessuno penserà che ci sia qualcosa di male!
     Quest’uomo con la lanterna, un cane e un fastello di pruni,
     rappresenta il Chiaro-di-luna. Dacché, se v’interessa saperlo,
     i due amanti son convinti che non sia vergogna
     incontrarsi ad amoreggiare al chiar di luna alla tomba di Nino.
     Questa orribile belva - che Leon s’appella -
     fe’ fuggire impaurita, o meglio atterrita,
     Tisbe fedele, arrivata per prima, in piena notte.
     Ella, fuggendo, lasciò cadere il manto;
     e il vil leone, con lordate fauci,
     di sangue lo macchiò. Piramo giunge, allora,
     amabile, superbo, e della fida Tisbe
     scorge il trucidato manto. Al che
     col ferro, col ferro fiero, infame, 103
     intrepido si trapassa il seno ardente.
     E Tisbe, che all’ombra d’un gelso l’attende,
     estrae il pugnale dal petto dell’amante
     e con quello si uccide. Il resto
     lo saprete dal Leone, dal Chiaro-di-luna,
     e dagli innamorati, finché dura la scena.

                           Escono il Prologo, Piramo, Tisbe, Leone, Chiaro-di-luna.

     T ESEO

Mi piacerebbe sapere se parlerà anche il leone.
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