Page 2615 - Shakespeare - Vol. 1
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e nella modestia di un pavido dovere
lessi quanto nelle lingue rumorose
dell’eloquenza presuntuosa e ardita.
E dunque l’affettuosità e l’ingenuità d’una lingua impacciata,
parlando poco, per me parlan di più.

                                   (Entra Filostrato.)

FILOST RAT O

 Col permesso di Vostra Grazia, il Prologo è pronto.

T ESEO

 Che il Prologo si faccia avanti.

                                                      Squilli di trombe.

Entra Zeppa nella parte del Prologo.

PROLOGO

 Se vi offenderemo, è col nostro intento.
 Di persuadervi che non veniamo per offendervi,
 ma di proposito. Mostrarvi la nostra incapacità,
 ecco il vero principio del nostro fine.
 Dunque considerate che con malo proposito veniamo.
 Non già siam qua per contentarvi e divertirvi.
 Non già! Perché abbiate a pentirvene
 gli attori son pronti a cominciare. E dalla loro pantomima
 verrete a sapere tutto ciò che vorrete sapere.

T ESEO

 Costui - mi pare - tien poco conto della punteggiatura. 102

     LISANDRO

Ha fatto correre il Prologo come un puledro selvaggio. Non sa dove
fermarlo. V’è qui da ricavare un buon precetto, mio Sire: Non basta parlare;
bisogna anche saper cosa dire.

     IPPOLIT A

In verità ha recitato il suo Prologo come un bambino suona il flauto. Ha
emesso un suono, ma senza governarlo.
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