Page 2608 - Shakespeare - Vol. 1
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LISANDRO
E il Duca ci diceva di seguirlo al tempio.
DEMET RIO
Ma allora non c’è dubbio, siamo desti. Seguiamolo,
e strada facendo ci racconteremo i nostri sogni.
Escono.
ROCCHET T O
(svegliandosi)
Quando tocca a me, datemi l’imbeccata, ed io risponderò. È dove dice: “O
bellissimo Piramo” (Sbadiglia.) Auuu. 88 Ehi, Pietro Zeppa! Zufolo
aggiustamantici! Beccuccio calderaio! Agonia! Perdio, se ne sono andati
tutti, e m’hanno lasciato qui a dormire! Ho avuto una visione straordinaria.
Ho fatto un sogno che nessun cervello umano riuscirebbe a spiegare. E c’è
da far la figura del somaro soltanto a provarcisi. Mi pareva d’essere...
nessuno può dire che cosa. Mi pareva d’essere... e mi pareva d’avere... ma
soltanto un pazzo potrebbe tentar di dire quel che mi pareva d’avere.
Occhio umano non poté mai udire, orecchio umano non poté mai vedere,
mano umana non poté mai gustare, lingua umana mai concepire, e cuore
umano mai narrare, un sogno come il mio. Dirò a Pietro Zeppa di scriverci
sopra una ballata. S’intitolerà “Il Sogno di Rocchetto”, che ha tanto filo che
non si finirà mai di sdipanare. 89 Ed io la canterò alla fine del dramma alla
presenza del Duca. Anzi, perché faccia ancora più effetto, forse la canterò
alla morte di Tisbe.
Esce.
Scena II 90 EN
Entrano Zeppa, Zufolo, Beccuccio e Agonia.
ZEPPA
Avete mandato nessuno a cercare Rocchetto? È tornato a casa?
AGONIA
Non se ne sa più niente. Non c’è dubbio. È stato portato via. 91
ZUFOLO
Se non viene, addio recita! Come si fa a tirarla avanti?

