Page 2604 - Shakespeare - Vol. 1
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DEMONE

        Re degli Elfi, presta orecchio,
        Dell’allodola odo il canto. 84

OBERON

        Ed allora, mia Regina, mesti e silenziosi,
        seguiremo l’ombra della notte.
        Noi che possiam cingere il mondo
        più veloci della luna errante.

T IT ANIA

                Andiamo, mio signore, e volando dirai
                come avvenne che ieri notte
                addormentata mi trovai
                assieme a questi mortali.
    Escono. I quattro amanti e Rocchetto giacciono ancora addormentati.

     Al suono di corni (fuori scena) entrano Teseo, Ippolita, Egeo e il
                                         Seguito.

T ESEO

 Vada in cerca, uno di voi, del guardaboschi.
 E poiché i riti di Maggio son compiuti
 e gli avamposti del giorno ora son giunti
 l’amor mio ascolterà il concento dei miei cani.
 Scioglieteli là nella valle di ponente.
 Eseguite l’ordine mio. E trovate il guardaboschi.

                                                                         (Esce un Valletto.)
 Mia bella Regina, guadagneremo la cima del monte
 e ascolteremo il musical frastuono delle mute,
 e l’eco che con esso si congiunge.

IPPOLIT A

 Ero, una volta, con Ercole e con Cadmo
 in un bosco di Creta, ove i due eroi
 coi segugi di Sparta cacciavano l’orso.
 Mai ho udito più forti latrati,
 per cui le selve e i cieli, le fonti ed ogni prossima plaga,
 parean congiunti in un unico grido. Mai
 ho udito più musical discordo.
 Mai un toneggiar più dolce. 85
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