Page 2592 - Shakespeare - Vol. 1
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Ma bene, bene!
Non hai alcun ritegno, né virgineo pudore?
Non un’ombra di rossore? Vuoi dunque strappare
alla mia lingua gentile risposte incontrollate?
Vergognati, vergognati, “bambolina” bugiardina!

ERMIA

 “Bambolina”, eh? Ah ora capisco il gioco!
 A quanto vedo, ella ha messo a confronto le nostre due stature,
 e s’è vantata d’esser la più alta.
 Dunque è con quel suo personale, con quella sua figura sperticata
 che sua altezza se l’è fatto suo. Proprio così!
 E nella sua stima - di’ un po’ - sei salita tanto in alto
 solo perch’io son minuscola e bassa?
 Quanto son bassa, dimmi, tu, imbellettato Albero di Maggio?
 Quanto son bassa, eh? Non tanto bassa comunque
 che l’unghie mie non ti raggiungan gli occhi.

ELENA

 Vi prego, messeri, burlatevi pure di me,
 ma impedite a costei di maltrattarmi. Io non sono stata mai litigiosa.
 Non son malvagia per natura.
 Son pavida come una bambina.
 Badate che non mi picchi! Voi forse pensate
 che essendo lei un po’ più bassa di me
 io sia in grado di tenerle testa.

ERMIA

       Più “bassa”? Sentite, lo ripete!

ELENA

 Mia cara Ermia, non esser così permalosa. Ermia mia,
 io t’ho sempre voluto tanto bene.
 Ho sempre serbato i tuoi segreti,
 mai t’ho fatto un torto - tranne quando,
 per amor di Demetrio, io gli dissi
 che segretamente eri fuggita in questa selva.
 Egli t’inseguì, e, per amore, io lo inseguii.
 Ma, da allora, egli m’ha respinta,
 ha minacciato di bastonarmi, di disprezzarmi, e perfino d’ammazzarmi.
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