Page 2587 - Shakespeare - Vol. 1
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DEMET RIO

 Ma, Lisandro, prenditela pure la tua Ermia!
 Se mai io l’abbia amata, ora non l’amo più.
 Sol come ospite il mio cuore dimorò presso di lei.
 Ora, tornando ad Elena, è tornato a casa sua,
 dove vuole restare.

LISANDRO

 Elena, ascolta. Le cose non stanno così!

DEMET RIO

 Non calunniare, ti prego, una fede che ignori!
 E bada cosa rischi. Potresti pagar la calunnia molto cara.
 Ma ecco qua l’amor tuo. Guarda, la tua fanciulla s’appressa.

                                        Entra Ermia.

ERMIA

 La notte buia, che l’occhio priva della sua facoltà,
 ancor più acuisce il senso dell’orecchio.
 E dunque, se indebolisce il senso della vista
 doppio compenso poi paga all’udito.
 Lisandro, non sono gli occhi miei che t’hanno ritrovato
 bensì l’orecchio, che alla tua voce m’ha guidato.
 Ma perché con tanta scortesia m’abbandonasti?

LISANDRO

 Potevo forse non farlo quando è l’amor che urge?

ERMIA

 E quale urgenza d’amore potrebbe spinger Lisandro lontano da me?

LISANDRO

 L’amore di Lisandro, che non gli dà tregua... ossia
 Elena bella, che più la notte ingioiella
 di quei lustrini lassù nel firmamento, occhi di luce.
 Ma perché mi cerchi? Non potresti capire, ormai,
 ch’io t’ho abbandonata perché ti detesto?

ERMIA
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